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cose mentali

~ del perché i pensieri si muovono dentro di me

cose mentali

Archivi Mensili: settembre 2013

scivolare

28 sabato Set 2013

Posted by emanuele in me, pensieri

≈ 4 commenti

Tag

amore, ciao, estate, musica, panchina, pensieri, scivolare

alle volte vorrei saper scivolare.
tra le linee.
tra le curve dei sorrisi e degli occhi.
lentamente e silenziosamente scivolare.
saper scivolare tra le righe della lettera che leggerai.
di quella che ho già scritto e poi affiderò alle acque della memoria.
io che vorrei scivolare con te su un lago ghiacciato.
tra le onde dell’oceano.
quando si sta in acqua e si lasciano andare le mani sulla superficie.
io che vorrei saper scivolare tra quei pomeriggi silenziosi di fine estate.
quando ci si vedeva ai giardini sotto casa.
o quelli un poco più in là, che d’estate ci si vedeva tutti lì.
e aspettarti.
con il cuore in gola e in mano.
a cercarti tra le foglie delle siepi mentre arrivi con il passo sicuro, che io alle volte ho spiato da lontano.
e ascolti la tua canzone preferita cantando muovendo le labbra.
e respiro piano.
quasi a fatica.
scivolano le mani sui miei jeans preferiti.
quelli un po’ sdruciti.
con la cintura di corda, rovinata e scolorita dal sale del mare.
e mi alzo mentre ti vedo arrivare, testa bassa a guardare le scarpe da ginnastica bianche.
che le infradito le hai messe via che sono arrivate le prime piogge.
e respiro e scivolo sulla panchina.
la maglietta mi si appiccica alla schiena.
è l’umido, mi dico io.
è la fifa, mi dice la vocina che ho dentro.
ti fermi e tiri su la testa.
sei ancora distante.
ma i tuoi occhi sono incredibili.
e sorridi.
e tutto scivola via da me.
paura.
cuore.
battiti e saliva.
scivola tutto e rimango nudo davanti a te.
mi sorridi.
ti sorrido, credo.
ma che diamine.
tiro su la mano e ti saluto.
che manco quando avevo 16 anni stavo così.
bene.
vivo.
e lasciatemi qui.
così.
che una sensazione così non la provavo da una vita.
e gli ultimi metri li scivoli via.
ciao.
non ho voce.
sorrido.
tu sorridi e mi sfiori la mano passandomi un auricolare.
poi appoggi la testa sulla mia spalla ossuta.
che si sa che sono spigoloso.
ma a te sta bene così.
chiudi gli occhi e io con te.
ti sento canticchiare anche se nella testa ho i battiti del mio cuore che sembra un batterista di una band…
e per un attimo mi vedo da fuori.
guardo me e te.
ora come allora.
seduti su quella panchina a sorridere e ascoltare musica.
a mangiare la torta di tua madre.
sulla nostra panchina.
che non ha bisogno di scritte.
che é nostra da quando tu la scegliesti.
e sono adulto che mi guardo ragazzino.
e sono ragazzino che mi guardo adulto.
e non è cambiato niente dentro.
innamorato.
degli sguardi.
dei sorrisi.
dei profumi e dell’amore.
apriamo gli occhi assieme.
o forse li apri prima tu.
o io.
che voglio perdermi.
scivolare dentro i tuoi occhi.
ciao. la voce è tornata.
ciao.
che la mia è ruvida.
la tua è musica.
e scivolo giù.
verso di te.
verso le tue labbra.
verso i tuoi ciao.
verso i tuoi sorrisi infiniti.

e poi mi sveglio.
con il sorriso.
perché sono una singolarità.
perché ho ancora tempo e voglia di aspettarti.
perché sono bravo a scivolare.

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le singolarità sognano…

27 venerdì Set 2013

Posted by emanuele in me, notte, pensieri

≈ 13 commenti

Tag

letto, notte, singolarità, sognare

e prendendo spunto da un altro post me ne sto sul mio letto, seduto a gambe incrociate non

ci so stare, un po’ per l’età e un po’ perché il letto soppalcato non mi lascia molto spazio

di manovra…

e vorrei dormire.

fino a domani pomeriggio.

e invece domattina mi alzo per andare a lavorare, e va bene che faccio solo fino alle 15 che

poi è domenica che lavoro giù pesante: dalle 11 alle 21.

ma non sto facendo un post per lamentarmi del lavoro.

ce l’ho e me lo tengo stretto, solo che alle volte vorrei davvero cambiare vita e andarmene via di qua.

ma non voglio parlare nemmeno di questo.

che ad andare via si fa sempre a tempo.

che poi sono solo e quindi single. ma stasera a tavola con alcuni colleghi (4 su 6 single) siamo

giunti al punto di definirci “singolarità”.

ecco.

mi piace il termine singolarità.

è tardi e non ho voglia di cercarne il vero significato su google.

va bene così.

io sono una singolarità.

che sta per addormentarsi.

ho lasciato un po’ la finestra aperta per avere un po’ d’aria fresca anche se fuori sta piovigginando, ma mi piace il rumore della pioggia che viene da fuori.

mi concilia il sonno.

e quindi questo post lo uso per conciliare il mio sonno.

che poi vorrei addormentarmi e sognarti.

che non fa male sognare ogni tanto a occhi chiusi.

lo faccio troppo spesso a occhi aperti e questo mi frega un poco.

ma a occhi chiusi, di notte, quando non ci sono paletti o blocchi coscienziosi è meglio.

è mezzanotte. così dicono le campane che suonano lontane da casa, non abbastanza per non essere sentite.

è passato quindi un altro giorno e io sono ancora una singolarità. 

(questo termine mi piace tanto che lo userò molto nelle prossime righe… se non mi addormento prima…)

è che vorrei tanto smettere di esserlo.

e forse non si dovrebbe desiderarlo tanto che si rimane singolarità per un tempo indefinito (per sempre mi sembrava

troppo eccessivo anche per quest’ora della notte in cui non mi legge nessuno).

e vorrei scriverti una lettera.

e vorrei dirti che cosa penso.

che le affezioni arrivano.

ci sommergono anche senza volere.

che io non sono capace di stare a guardare.

che vorrei dirti che alle volte i miracoli capitano.

che non bisogna fermarsi o arrendersi.

che alle volte basta guardarsi intorno e la persona giusta la trovi.

se sai dove guardare.

e sennò rimarrò una singolarità.

che brilla (volevo scrivere kebrillah…) da sola, ma non come quel poveraccio di E.C. che lo fa al sole.

io emano luce.

le singolarità in quanto tali emanano luce.

e se mi dite che non è vero, che su wikipedia dicono di no, non dategli retta.

non hanno mai visto una singolarità come me.

che poi sto post inizia a sembrare un po’ autoincensante… che fa male a lodarsi, che poi ci si imbroda.

così dicevano i vecchi una volta.

che se invece mi dico idiota mi viene in mente quello che diceva mia nonna: mai vantarsi.

eh eh eh.

in questo sono bravo.

e quindi me ne sto a letto. con la finestra un poco aperta.

che la pioggia ha smesso.

e che il sonno sta andando via.

e che.

e che sto scrivendo di merda. cose che vengono fuori da una singolarità che funziona al contrario.

che oltre a recepire emette cose.

segnali.

che infondo infondo i segnali che li riceve non li capisce più.

che alle volte basta essere un poco chiari.

poco, eh, non tanto.

che questo post non è diretto a nessuna persona in particolare.

se non a te. te e pure te.

che è sempre meglio guardarsi in giro… stare attenti…

che il segnale giusto potrebbe venire da una direzione diversa da quella in cui stai guardando.

e allora ciccia. se non sei abbastanza attento sono tutti fatti tuoi.

e rimani singolarità.

e quando ti giri: puff. sparita.

vabbè.

 

in conclusione volevo solo dire che spero stanotte di sognarti.

e quindi se addormentandomi ti penserò fortissimo e ti fischieranno le orecchie, bè è colpa mia.

lo ammetto.

anche le singolarità sognano. io di più.

Video

Postcards From Italy (Beirut)

26 giovedì Set 2013

Posted by emanuele in musica, video

≈ 4 commenti

Tag

beirut, italy, music, postcards, video

pensieri a caso…

19 giovedì Set 2013

Posted by emanuele in me, pensieri, Senza categoria

≈ 9 commenti

Tag

a caso, fine del mondo, locanda, me, pensieri

aver voglia di scrivere senza sapere cosa scrivere.
e quindi scrivere a cazzo.
seguendo un pensiero che viene dalla musica, passa per le orecchie e scende fino al cuore.
scrivere mentre sono sul bus che vado in libreria.
e andando in là mi chiedo almeno cento volte che mi aspetto dal domani.
no, davvero, che mi aspetto?
che tutte le volte che inizio a pensare a qualcosa quella cosa va al contrario.
e quando penso al contrario pensando di fottere la vita lei me la fa andare a come la pensavo, no ma sul serio.
no, ma che italiano di merda.
e così sono sul bus, e penso a una persona.
e non ho ancora bevuto birra, che stasera vado da amici a giocare a Talisman (un gioco da tavolo figherrimo) e quindi quello che gira per la mia testa è tutto frutto della mia mente malata.
e io che di pazienza non ne ho un vagone, giuro, al massimo potrebbe essere grande quanto il bagagliaio di una Smart, ma se mi dai un briciolo di tranquillità io vado avanti fino alla fine del mondo.
in quella cazzo di locanda potrei aspettare all’infinito.
sul serio.
un buon vino tinto e il vento che soffia fuori.
va tutto bene.
mi basta solo un po’ di tranquillità.
giuro.
che non sta bene giurare, me l’hanno insegnato al catechismo.
che è peccato, non andare al catechismo, anche se qualcuno potrebbe vederla in maniera differente.
ma ognuno la pensi un po’ come vuole, che il mondo è bello perché è vario, che il mondo sarebbe bello se ognuno pensasse un po’ di più all’altro e meno a farsi seghe mentali.
che se oggi prego Allah e domani Dio e il giorno dopo prego un Dio ancora diverso o la Scienza non deve far scandalizzare nessuno.
che finché non scasso le palle al mio prossimo bussandogli alla porta per convincerlo che io ho il sapere assoluto, bè va tutto bene.
sul serio.
e intanto sono sul bus.
ascolto musica mista italiana.
tra 7 minuti ho la coincidenza per prendere l’altro bus.
e andare in libreria.

che se mi dicessi: tu aspettami, per favore, giuro (che non si dice, ma certe volte enfatizza il concetto) che arrivo.
io sto a posto.
prendo posto al tavolaccio di legno, quello vicino alla finestra e al caminetto.
si sta bene.
un buon libro e il mio vino tinto, forte e corposo e sto “daddio”.
che di libri da leggere ne ho una caterva, che di buon vino ne posso ancora bere.
e quando non tira troppo vento si può andare a fare una passeggiata fino alla scogliera a vedere le balene che passano.
e poi tornare con le prime stelle della sera e salire in camera.
semplice.
con uno scrittoio e una lampada ad olio, che ti scriverei una lettera al giorno.
tanto per tenermi compagnia.
tanto per farti sapere che ti penso anche se non te lo dico.
che però certe cose andrebbero dette, almeno ogni tanto.
perché non è mica come un regalo, che si dice: bastava il pensiero.
un cazzo.
voglio il mio fottuto regalo.
voglio dirti che ti penso.
che ci penso.
che non sono tranquillo.
che la pazienza l’alimento con le mie storie.
ma alla fine le storie finiscono.
sennò non si direbbe “alla fine”.
che sono sul secondo bus.
che sto per vomitare che scrivo seduto all’incontrario.
Via al lago.
ma che c’è, un lago?!
che si sale e poi si scende.
su e giù.
un po’ come i miei pensieri.
un po’ come il mio umore.
che di stare sempre su non c’è la faccio sempre.
e allora ci sei tu.
tu.
che da ormai quasi sei mesi ci scriviamo.
e mi tieni ancorato alla terra.
che mi dici di non volare.
che mi dici che in giro c’è il mondo.
che però io non sono così eccezionale.
che ho il mio lato oscuro.
the dark side.
che mi prende alle volte e mi stringe forte.
mi fa diventare cattivo e scuro.
che le persone che mi conoscono mi girano al largo.
che in quei momenti mordo.
che dopo mi sento stupido.
molto.
che sono fortunato.
che ho un lavoro, una casa e una famiglia.
e ho ancora tutti i capelli e dimostro 10 anni di meno.
ahahah!

quindi io mi siedo… il tavolaccio è di legno duro, viene da una vecchia imbarcazione.
ne ha visti di posti, quanti non ne vedrò mai io.
mi siedo, ti tengo un posto.
il vino è buono.
scalda dentro come il caminetto.
e poi ci sono le balene e il vento e le stelle.
manchi solo tu…

piove e ho disattivato FB

15 domenica Set 2013

Posted by emanuele in me

≈ 25 commenti

Tag

disattivare, domenica, fb, me, pioggia, piove

che le due cose non sono mica legate.
è solo che stamattina piove e ho disattivato il mio account.
al momento è solo una cosa temporanea, forse.
era un po’ che ci stavo pensando e ieri mattina ho deciso che sarebbe stato per questo weekend.
avevo ancora 4 ore circa, ieri avevo scritto 12/24 ore, ma sarò in giro e volevo farlo da casa.
mi stava stretto.
mi dava fastidio avere la pagina sempre aperta sul mio wall.
certo qualcosa di buono aveva.
mi dispiace per il gruppo dei libri.
e per qualche persona con cui vorrei rimanere in contatto.
diciamo che non ho pianificato tutto nei minimi particolari e alcuni contatti dovrò recuperarli o quanto meno lasciare i miei, di contatti.
ma le persone importanti le ho comunque affianco.
e poi ho WP, Flickr e Instagram e Twitter (che non so usare, lo ammetto).
ah dovrei anche avere un account su Tumblr e dimentico sempre Google+.
fatto sta ora che riprende la stagione delle scuole e degli orari invernali dell’AMT (i trasporti genovesi) riprenderò a scrivere di più.
ecco.
una delle cose che non riuscivo a fare a casa era scrivere.
era colpa delle distrazioni.
vediamo come funziona adesso che FB non ci sta più.
e poi piove.
ma le mie ferie finiscono oggi.
da domani si torna a lavorare.
e fino al prossimo anno: ciccia.
niente ferie.
nada.
e poi devo iniziare a correre e camminare per rimanere in forma e tonico.
la mezza età si fa sentire… ahahah…
con questo post strampalato e che non mi piace molto, torno su wordpress in pianta stabile!

a prestissimo!

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