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cose mentali

~ del perché i pensieri si muovono dentro di me

cose mentali

Archivi Mensili: novembre 2017

giovedì, il caffè. 

24 venerdì Nov 2017

Posted by emanuele in immagini, me, pensieri, persone, racconti

≈ 1 Commento

Tag

amicizia, caffè, incontro, krapfen, lei, me, occhi, racconti, racconto, sorrisi

Mi sveglio quasi all’alba e non posso dire di aver dormito benissimo.

apro le finestre e il freddo mi aiuta un poco nello svegliarmi, il cielo è azzurro.
sarà una giornata splendida..
mi butto sotto il getto della doccia e resto lì a pensare: come sarà rivederla dopo così tanto tempo?
sarà cambiata?
mi farà ancora lo stesso effetto di qualche anno prima?
la vita è andata avanti, ho incontrato altre donne… poche, a essere sincero.
non sono mai state storie lunghe, serie sì, sono sempre stato uno da storie serie.
non mi è mai piaciuto andare in giro a rimorchiare nei bar o in discoteca.
non che ci sia qualcosa di sbagliato a conoscere le persone così, ma non sono mai stato un tipo così, da bar.
comunque è troppo complicato spiegare che tipo sono, verrà fuori scrivendo…
e mentre mi facevo tutti questi pensieri in testa l’acqua scorreva e io non mi ero ancora lavato.
mi insapono, mi sciacquo ed esco.
per abitudine metto su la moka.
quando sento il profumo provenire dalla cucina mi do uno schiaffo in fronte.
– idiota –
ma il caffè non si butta e quindi riempio una tazzina, ci metto i miei soliti tre mezzi cucchiaini di zucchero di canna e lo bevo ascoltando la radio.
tre cucchiaini, ma pieni a metà, quindi ne fanno uno e mezzo.
sì ho un problema… ma va bene lo stesso.
mi vesto, come al solito una maglietta da adolescente e un maglione caldo, una giacca, la sciarpa e il berretto.
non ci siamo scritti, spero si ricordi.
arrivo al bar con circa 15 minuti di anticipo, ne approfitto per sedermi a leggere il giornale.
– nessuna buona notizia? – la tua voce mi coglie all’improvviso, non ero preparato.
tiro su la testa e sei sempre la stessa.
bellissima.
– ehi… ciao… – riesco a dire a malapena.
– ciao… –
piego il giornale, lo metto via senza staccare gli occhi dai tuoi; quanto mi sono mancati.
non ci scambiamo nemmeno un bacio sulla guancia, sposti la sedia e ti siedi davanti a me.
gli occhi piantati nei miei.
– allora – inizi tu – che effetto ti fa? –
deglutisco.
sono sopraffatto dalle emozioni, dai ricordi che arrivano a ondate lunghe e calde.
sorrido.
– un bellissimo effetto –
sorridi anche tu.
– bene, anche a me fa lo stesso effetto –
per un attimo, uno solo, vorrei rivivere quelle emozioni che qualche anno prima mi avevano fatto battere il cuore come mai aveva battuto prima.
e pensare che eravamo stati più bravi di Ulisse con le sirene.
che forza.
o che idiozia potrebbe dire qualcuno.
– hai già ordinato? – domandi giocando con il portatovaglioli.
– no, non ancora aspettavo te –
– cosa prendi? io un cappuccino e una bella brioche alla crema, o meglio vuota? –
– ottima scelta, io un krapfen alla crema e un cappuccino –
– ah, il krapfen… da quanto non ne mangio uno –
– allora andata, vado a ordinare –
– non mi muovo da qua – dici battendo le mani sul tavolo.
mi giro a guardarti mentre sto ordinando al banco, sono felice di averti rivista.
torno a sedermi.
– allora? – fai tu – che mi racconti? –
non so da dove iniziare.
– ci sono così tante cose da dirti… –
– bè inizia, ho tutta la mattina libera per te – dici sorridendo.
e così comincio. 

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volevo scrivere… 

23 giovedì Nov 2017

Posted by emanuele in cose, me, notte

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Tag

Battlefront, buonanotte, dormire, fare la pasta, fusa, gatta, insonne, insonnia, notte, ps4

volevo scrivere stasera, ma poi mi sono messo a fare dell’altro (ho giocato con la PS4 a Battlefront II).

poi sono andato a letto.
mi sono rigirato sotto il piumone per un’ora e passa e sono ancora sveglio.. dormirei se la gatta non stesse facendo la pasta sul piumone.. potrei sfruttare il suono per conciliare il sonno..

ci provo, tra un attimo.

la seconda parte del racconto è a buon punto, domani la pubblico..

ora davvero vado a dormire..

a presto.

la telefonata. 

20 lunedì Nov 2017

Posted by emanuele in Parigi, pensieri, persone, racconti

≈ 4 commenti

Tag

Parigi, pensieri, racconti, racconto, viaggio

era nato quasi per gioco.

una mattina di fine novembre mi chiami per andare a prendere un caffè.
era un bel po’ che non ci sentivamo.
– ehi… – fai tu al telefono.
– ciao – rispondo – come stai? –
– diciamo bene, ho avuto un periodo del piffero, ma ora va meglio… –
– bene, mi fa piacere –
– tu? che mi racconti? –
– io sto abbastanza bene, il lavoro procede, ho inaugurato una mostra qualche giorno fa… –
– non mi hai detto nulla! – fai tu un po’ risentita.
hai ragione, non ci siamo più scritti e un po’ me ne dispiace; anzi, a dirla tutta, mi dispiace un casino esserci persi di vista.
– scusa… –
– mmh… – fai tu, conosco i tuoi suoni al telefono, quanto mi sono mancati – bè adesso puoi dirmi dov’è o è un segreto di stato? –
– a Milano… –
– ah, pensavo fosse qua… –
– ti ci posso accompagnare, così non paghi il biglietto… –
– mmh… vediamo, vediamo… –
posso sentire che sorridi, dall’altra parte del telefono.
– comunque volevo chiederti se ti andava un caffè, una di queste mattine… –
– certo! – rispondo entusiasta – potremmo andare a Milano a prenderlo, così approfittiamo per vedere anche la mostra… –
– mmh… sembra una buona idea – dici tu.
– ho sempre buone idee –
scoppi in una sonora risata.
quanto mi mancava parlare e ridere con te al telefono; ricordo le nostre lunghissime telefonate, la sera, mentre camminavo avanti e indietro in casa restando in silenzio ascoltando la tua voce che mi raccontava la tua giornata.
e poi io ti provocavo e tu facevi l’imbronciata e dicevi che ero un bel tipo ad approfittarmi così di te e del fatto che non fossimo uno davanti all’altro, ma ben distanti e al telefono.
– hai sempre idee, sul fatto che siano buone non sarei tanto d’accordo – replichi tu.
rido.
– allora, come rimaniamo d’accordo? –
– io ho un giorno libero la settimana prossima, direi… – sento che ti cade qualcosa – mannaggia, direi mercoledì, ti può andare bene? –
– sì, perfetto – prendo nota su un post-it.
– non andiamo in treno però – mi anticipi – andiamo con la mia macchina che siamo più liberi da orari, ok? –
– perfetto, direi che va benissimo… –
c’è un attimo di silenzio, nessuno parla.
mi passo la mano tra i capelli, sospiro.
– riusciamo a vederci prima di mercoledì prossimo? –
– perché? ti manco così tanto? –
sì, certo che mi manchi.
siamo spariti, non ci siamo più scritti né visti e abitiamo a meno di un chilometro uno dall’altro.
ma andava fatto, andava messa un po’ di distanza tra di noi, per tornare nel mondo reale.
solo che avevamo messo un intero mondo tra di noi.
– un pochetto… –
– sei sempre lo stesso… – lo dici in tono gentile, senza cattiveria.
sospiri tu, stavolta.
– mmh… comunque sì, va bene, che ne dici di questo giovedì? –
– bene, anche perché il prossimo viene dopo mercoledì e quindi sarebbe inutile… –
– che scemo… –
ridiamo, assieme, come una volta.
che bello.
– quanto mi mancava ridere così, con te, senza pensieri –
– davvero –
ci salutiamo.
metto il telefono in tasca ed esco di casa, ho bisogno di camminare, mi fa bene alla testa e al cuore.
chissà come sarà vederti dopo così tanto tempo. 

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