• Home
  • contatti
  • Foto
  • info
  • recensioni

cose mentali

~ del perché i pensieri si muovono dentro di me

cose mentali

Archivi tag: birra

di che cosa so?

17 martedì Set 2019

Posted by emanuele in me

≈ 2 commenti

Tag

agrumi, amore, birra, cuore, luna, notte, passione, pazienza, profumi, sorrisi, vino, vita, zagara

– di che cosa so? – mi hai chiesto ieri sera.
Tu mi davi le spalle e io ero incollato a te, un braccio stretto tra le tue, le gambe anche.
C’era la luna che ti illuminava le gambe, bianche e bellissime.
– di cosa sai? – domandai facendo un’espressione pensierosa che andò perduta, peccato perché era la mia miglior interpretazione di uomo pensieroso.
– sì, dimmelo –
La tua voce era bassa, eri prossima al sonno e così cominciai.

– sai di tabacco e mentolo, anzi no, sai di menta,
sai di agrumi freschi,
sai di pioggia che ci bagna,
sai di caldo e di rugiada,
sai di lacrime salate e di mare,
sai di sorrisi e labbra morbide,
sai di rimmel e di rossetto,
sai di capelli bagnati e morsi,
sai di notti insonni a girarsi nel letto,
sai di notti di passione,
sai di fiato caldo e dolce sul viso,
sai di seta per i tuoi capelli morbidi,
sai di talco profumato per il bianco della tua pelle,
sai di caffè caldo e di incenso,
sai di zagara e olio d’oliva appena spremuto,
sai di baci negati ridendo e di baci profondi con la nuca stretta dalle tue mani,
sai di me,
sai di labbra salate del nostro sudore,
sai di pomodorini spremuti sulla pancia,
sai di basilico e pistacchio,
sai di buono quando ti sfioro la pelle con la punta del naso,
sai di yogurt quando ti assaggio,
sai di birra e di vino fresco,
sai di sale quando la mia lingua corre sul tuo corpo,
sai di mattine fresche e di lunghe passeggiate,
sai di baci rubati,
sai di desiderio e dolcezza,
sai di stelle e luna piena,
sai di silenzio,
sai di cuore che batte all’impazzata,
sai di “oh”,
sai di bimba di cinque anni quando mi guardi con il tuo labbruccio,
sai di facce buffe,
sai di carezze e di mani calde,
sai di brioches e di focaccia in una mattina di aprile in riva al mare,
sai di ragù caldo appena fatto,
sai di orizzonti lontani e di mare blu,
sai di addii e fumo nero di una nave,
sai di ti amo urlati da una passerella,
sai di una corsa e di un abbraccio infinito,
sai dell’inchiostro sulla carta profumata di una lettera,
sai di me dopo aver fatto l’amore,
sai di coccole e premura,
sai di pazienza e calma,
sai di gattino piccolo piccolo,
sai di cane felice,
sai di canzoni che canti all’improvviso,
sai del tempo che vola e di quello che va lento lento,
sai dell’amore che facciamo,
sai degli occhi che mi guardano e mi dicono che mi amano –

Finisco di parlare e sento il tuo respiro profondo e regolare, ti sei addormentata.

– sai di sonno e di letto appena fatto,
sai di respiri lunghi,
sai di sogni,
sai della luce calda della sera che ti incendia gli occhi e ti imporpora le guance,
sai di tutto questo e di altro… ti amo piccola, dormi bene –

Ti bacio delicatamente la nuca e assaporo il profumo all’attaccatura dei capelli, dove tutto prende vita.
Resto un attimo lì, come in contemplazione, con gli occhi chiusi come quando assaggio qualcosa di buono, che mi piace molto.
Mi stacco da te e appoggio la fronte alla tua schiena calda, ti stringo forte sperando di non svegliarti e mi addormento leggero.

La falena.

17 mercoledì Apr 2019

Posted by emanuele in birra, me, parole, racconti, te

≈ Lascia un commento

Tag

birra, falena, falene, fiamma, racconti, racconto

Eravamo una sera a bere una birra in un pub; faceva freddo, lo ricordo molto bene, tu avevi un giaccone pesante e una sciarpa avvolta attorno al collo che ti teneva caldo.
– che c’è? – chiedi.
– sei buffa – rispondo sorridendo.
Mi guardi nascondendo parte del viso dietro il boccale, vedosolo gli occhi, quelli che mi hanno fregato la prima volta che li ho incontrati.
– a che pensi? – chiedi tu dopo aver bevuto un sorso di birra.

A cosa penso? ho pensato passando la mano tra i capelli.

– quindi? – insisti.
Ti guardo sorridendo.
– vuoi sapere davvero a cosa stavo pensando? –
– certo! –
Sorrido.

– pensavo a come mi sentivo quando ti ho visto la prima volta e le volte successive… –
– e come ti sentivi? – mi interrompi curiosa.
– shh! –
– scusa… –
– la prima volta è stata a casa di quella tua amica, per un compleanno di non so chi, o forse era una serata così, tra amici, fatto sta che ho incrociato i tuoi occhi, il tuo sguardo magnetico e mi sono chiesto chi fossi? e perchè non ti avessi mai notata prima. Chiesi a qualcuno e mi disse che eri appena arrivata da Berlino, dopo un lungo periodo di lavoro. Ma non ottenni altre informazioni. Nè sul tipo di lavoro nè sulla tua situazione sentimentale – mi sono fermato un attimo per bere e tu eri lì, con quegli occhi, quel sorriso meraviglioso, ti ho guardata e poi ho ripreso – Da quella sera ti ho cominciato a incontrare ovunque: al mercato, in coda in farmacia e persino un paio di volte nel mio bar preferito, ma non ci siamo mai rivolti la parola a parte un ciao decisamente timido da parte mia –
– oh sì, mi piaceva la tua timidezza –
– io invece mi sentivo attratto da te e non sapevo nemmeno il perchè –
– perchè sono affascinante –
– in effetti sì, lo sei – un altro sorso di birra – comunque mi sentivo come una falena attratto dalla luce della fiamma, e tu eri quella fiamma –
– ma la fiamma brucia la povera falena… non è una cosa bella –
– bè ma per la falena è attrazione incondizionata, totale e viscerale, ecco come mi sentivo attratto da te –
– oh –
– avrei voluto sempre dirtelo, ma un poco mi vergognavo perchè pensavo mi avresti preso per pazzo –
– no, non solo per quello – e scoppi a ridere in quella risata che mi piace davvero da impazzire.
– ecco vedi perchè non volevo dirtelo –
– che scemo che sei, continua… falena mia –
Rido e sorrido.
– tu eri la mia fiamma, hai iniziato ad attrarmi sempre di più e ogni volta che ci vedevamo ero sempre più vicino, sempre più in balia di quella luce calda e misteriosa… –
– però anche pericolosa… –
– sì, l’ho pensato che avrei potuto anche bruciarmi, ma non potevo farne a meno e così mi sono avvicinato, piano piano… –
– e ti sei bruciato? –
– no – scrollo la testa e sorrido – non mi sono mai bruciato – ma mi hai scaldato come non succedeva da un sacco di tempo –
– e adesso? –
– adesso sei il mio porto sicuro, la luce a cui tornare e stare bene… –
– oh, grazie… –
– grazie a te… –

prima notte…

03 mercoledì Apr 2019

Posted by emanuele in me, notte, racconti

≈ Lascia un commento

Tag

amici, birra, dormire, felicità, neve, racconti, racconto, ricordi, sognare, sogni, sogno, sonno, vita

mi prendi per mano e non so perché la mia mente va indietro di 7 anni.
ci siamo presi tante di tante di quelle volte per mano che mi chiedo come mai mi torni in mente adesso quella prima sera.

non stavamo ancora assieme, ci conoscevamo già da un po’ ma non mi ero ancora fatto avanti e non capivo bene cosa tu provassi per me o se almeno provassi interesse.
eravamo con amici a bere fuori, era inverno e fuori c’era freddo e il cielo era da neve
– secondo me nevica stanotte – dicesti sorseggiando la tua birra.
guardai fuori dalla finestra e diedi un’occhiata sospettosa al cielo plumbeo.
– uhm –
– uhm cosa mio caro, io per certe cose ho il sesto senso –
provai a ribattere ma mi fermai nei tuoi occhi e tu sorridesti.
sei fregato, pensai.
e così continuammo a bere fino a che tu non indicasti fuori.
– nevica – rimasi a bocca aperta.
ti guardai ed eri compiaciuta.
terminammo le birre e uscimmo.
dopo aver salutato gli amici ti porsi il braccio.
– posso accompagnarla a casa? –
– certo… ma non si metta strane idee in testa signore… –
– non sia mai –
arrivati sotto casa tua mi facesti salire.
– un caffè – dicesti alzando un dito.
– perfetto –

dopo aver bevuto il caffè iniziai a sentire arrivare il sonno e la malinconia.
– tutto ok? –
– sì, un po’ di sonno e un po’ di malinconia –
– per il sonno posso concederti il divano, per la malinconia un abbraccio… –
– accetto tutti e due – risposi facendomi avvolgere dal tuo profumo e dalle tue braccia.
– tutto si risolve – mi dicesti guardandomi negli occhi.
– lo so –
mi portasti un cuscino e due coperte.
– io sono di là se hai bisogno –
– ok –
un bacio sulla guancia e rimasi a osservare il soffitto per un bel po’.
al buio.
– dormi? – la tua voce arrivava dalla tua camera lontana.
– no –
silenzio, la neve assorbiva tutti i rumori.
poi i tuoi piedi sul pavimento.
ti sedesti sul divano.
– dimmi –
– mi manca dormire con qualcuno a fianco –
– come mai? –
– mi da sicurezza, tranquillità –
– vero –
ti sentii sospirare.
– prometti? –
– certo, puoi fidarti… –
prendesti la mia mano e al buio andammo in camera tua.
– destra o sinistra? –
– destra –
mi infilai sotto le coperte, c’era il tuo profumo ovunque.
– sei comodo? –
– si –
– allora buonanotte –
– buonanotte e grazie… –

passai una notte tranquilla, come non mi succedeva da tempo, mi svegliai verso l’alba ma bastò girarmi per vedere il tuo corpo accanto al mio, così vicino da sentirne il calore.
ero felice.
mi riaddormentai.
sereno.

notte.

28 giovedì Mar 2019

Posted by emanuele in alcool, birra, caffé, me, notte, pensieri

≈ Lascia un commento

Tag

alba, birra, camminare, dormire, equilibrio, insonnia, ipa, linea bianca, luna, mare, notte, profumo, sognare, strada

notte. ore 1 e 12 minuti.
caffè e niente sonno, a quanto pare l’opzione migliore è quella di scrivere.
anche perché l’altra sarebbe rigirarmi nel letto fino alle 3 del mattino.

e quindi eccomi qua, come facevo una volta che scrivevo a tarda ora, magari dopo un’uscita con amici a bere birra e fare due chiacchiere.

stasera non sarei voluto tornare a casa subito, no. stasera è una di quelle sere che ti viene voglia di camminare lungo la linea bianca che segna la destra della corsia.

un passo dopo l’altro, restando in equilibrio per non cadere ancora.
con le cuffie ben piantate in testa a coprire il suono dei pensieri che si muovono dentro di me.
oggi in radio passava Carmen Consoli con Confusa e Felice.
quindi va bene lei, adesso.
o forse una musica un po’ più alta sarebbe meglio.

comunque seguo la linea bianca, tra curve, dossi, salite e discese; fino ad arrivare dove si inizia a percepire il profumo del mare.
quel profumo di salsedine misto ad alghe e libertà, quel profumo che chi abita in una città di mare conosce bene.
e allora spengo la musica e tolgo le cuffie per sentire lo sciabordio delle onde contro gli scogli.
ci sono quasi.

mi fermo un attimo prima di girare l’ultima curva, quella che non arriva mai quando sei in macchina in viaggio e non guidi tu.
prendo un respiro lungo.
poi avanzo con il piede destro e uno dopo l’altro arrivo dove la strada finisce e inizia il mare.

le pietre sono lucide sotto la luna, le onde arrivano lunghe con la spuma bianca.
riprendo fiato.
mi accorgo di aver percorso gli ultimi metri in apnea, come il centometrista.
e invece mi accorgo di essermi mosso al rallentatore e l’alba quasi mi sorprende.

finalmente mi siedo.
penso a dove sono arrivato. ogni tanto mi chiedo dove sarei se avessi fatto scelte differenti.
forse sarei sempre qui, solo differente io.
vorrei chiudere gli occhi. sognare. dormire.

sono le 1 e 30.
di sonno neanche a parlarne
se fossi qui, seduta accanto a me sulla spiaggia potremmo parlare di un sacco di cose.
ma sono solo adesso.

facciamo che torno a casa, magari faccio l’autostop o piano piano mi incammino e torno a casa.

ora dormo, ci provo sul serio.
la gatta fa la pasta in fondo al letto.
io ho la luce accesa.
il ricordo amaro del sapore di una birra ipa blanche. molto buona.
un bicchiere vuoto con il segno della schiuma a imperitura memoria.

dormo, che è meglio.

birra, testa che gira e link qua e là.

25 martedì Lug 2017

Posted by emanuele in birra, me, parole, pensieri

≈ Lascia un commento

Tag

android, app, barbaroffa, becomix, birra, breaking italy, fumetti, link, pensieri, testa, testachegira, youtube

sarà la stanchezza, sarà il sonno che avanza, sarà che la birra fresca alla sera fa davvero piacere, sarà che non so cosa fare e sto facendo zapping su youtube ascoltando il canale di Barbaroffa che tra l’altro vi consiglio di seguire e già che ci sono guardatevi anche Breaking Italy.

a parte questo ho la testa che gira e la stanchezza che avanza, pessimo binomio, un po’ come lo spritz e la birra di qualche sera fa.

fatto sta che al momento non ho nessuno a cui scrivere, peccato. che vi racconto quindi stasera?

allora, una mia carissima cugina mi ha consigliato un sito di alcuni suoi amici per catalogare fumetti e anche effettuare compravendite. questo è il link, sappiate che il sito è in fase beta quindi potrebbero esserci cose che non vanno alla perfezione, ma sembra davvero interessante.

ecco il link: becomix. fatene buon uso.
un altro consiglio, e poi stasera la smetto, è per chi è appassionato di libri e ha voglia di portarsi dietro un catalogo della propria libreria su smartphone.
si chiama Pocket Library e non è un social network, quindi niente interazione ma una sostituzione al file excel o al quaderno con le righe o i quadretti! 🙂

credo ci sia solo in versione Android, mi spiace per gli utenti della mela morsicata, ma non avendo alcun dispositivo di Cupertino non so consigliarvi.

E’ un’applicazione interessante perchè permette di usare la fotocamera come lettore di codice ISBN l’unica accortezza è che se caricate un libro della promozione Feltrinelli 2×1 non vi carica l’immagine, dovete quindi andare a recuperare su IBS o Amazon il codice regolare.

detto questo mi guarderò una puntata di qualcosa su Netflix e a tal proposito sto scrivendo una “recensione” personale di 13 Reasons Why. E siccome non sono un critico, nè tantomeno un esperto di cinema, sarà scritta per quello che mi ha dato e mi ha fatto pensare. a presto dunque per il post.

ora vi lascio alla vostra serata. buonanotte a tutti.

e bevite una birra.

06 giovedì Lug 2017

Posted by emanuele in me

≈ 3 commenti

Tag

beer, birra, bohemian rhapsody, commozione, cuore, ferie, freddy mercury, green day, lacrime, mare, queen, serata, sole, valvola cardiaca

 

 

è sera, ho finito di cenare e sto bevendo una birra, da solo a casa.
è cominciato luglio da qualche giorno, che fatica i giorni in questo ultimo mese; l’ho già scritto nel post precedente, ma è stato davvero duro emozionalmente parlando e ha lasciato uno strascico ancora pesante.

ma ok. sono vivo.

una bimba piange, forse fa i capricci… ah la meraviglia delle sere d’estate con le finestre aperte: zanzare, cani che abbaiano, allarmi che suonano a ore assurde, i camion della spazzatura che portano il loro prezioso tesoro nel compattatore e i bimbi che piangono.

che volevo dire? non lo so. era un po’ che non scrivevo e mi è venuta voglia di farlo stasera.

ah e oggi ho scoperto essere la giornata mondiale del bacio. fuck.

passiamo ad altro. vi ricordate il libro scritto? ecco l’ho pure stampato, a breve la destinataria (ignara) lo riceverà… a un prossimo post per scoprire come sarà stata la reazione…

passiamo ancora a un’altra cosa. mio padre è stato operato, gli hanno sostituito la valvola aortica. un’operazione di routine, niente di urgente a breve termine. gli hanno messo un a valvola biologica, di maiale credo, ora sta bene e lunedì inizierà la fisioterapia.
ok. andata.

tra circa 10 giorni sarò in ferie, non farò niente di che se non andare a la mare a svaccarmi e fare foto in giro magari.

ho bisogno di staccare dal lavoro. comincia a diventare pesante e i clienti che dovrebbero rendermi la vita più divertente con i loro strafalcioni, la rendono solo più penosa e fastidiosa.

mugugno mode/on: giusto per lamentarmi anche con chi mi legge nelle ultime 8 settimane ho fatto 8 giorni di festa (giorno libero n.d.r.) e 11 mattine e il resto, 38 giorni, ho fatto pomeriggio e/o chiusure. mi sono scassato il belino. mugugno mode/off.

e ora per tirarsi su e far scendere le lacrime guardatevi questo.

 

mi ringrazierete, lo so. oppure sarete troppo prese/i a piangere e non potrete insultarmi perchè non riuscirete a mettere a fuoco la tastiera come succede a me ogni tanto.

comunque altro da dire? vorrei dedicare un pensiero a D. lo so che non mi leggi più, e lo capisco anche. nemmeno io mi leggerei se non vivessi con me 24 ore su 24 da oltre 44 anni.

mi manca la tua voce, il tuo accento. non mi basta sentire un messaggio vocale ogni tanto, quindi prima (presto) ti chiamerò e tu mi insulterai a modo tuo. ma mi piace anche quello di te. e so che il tempo passa e le cose cambiano, ma le abitudine prese sono sempre difficili da mettere da parte.
mi mancano i messaggi, le telefonate, sapere che da qualche parte, lontano, c’è una persona che ogni tanto pensa a me.

ma lo so che, ogni tanto, mi pensi. anch’io lo faccio con te.

tornando alle cose serie… non ne ho. sto continuando a bere la mia birra fredda e tra poco mi scasso il gelato multigusto che ho preso alla Lidl oggi pomeriggio. ho fatto il bravo e quindi me lo merito.

detto questo vi auguro buona serata e guardate un bel film. di quelli che fanno stare bene. date un bacio alla persona che amate e stringetela forte. ve ne sarà grata e anche voi starete meglio.

buona serata a tutti.

 

salute! 

28 mercoledì Set 2016

Posted by emanuele in me

≈ Lascia un commento

Tag

birra, cerveza, España, Spagna, vino, vino tinto

due chiacchiere (molte a dir la verità), alcool e ¡que viva España! 

verdad.

15 lunedì Ago 2016

Posted by emanuele in me, te, video

≈ Lascia un commento

Tag

birra, ispirazione, jarabe de palo, olvidar, querer, sera, verdad, video

He aprendido a quererte cada día un poco más.
He aprendido a olvidarte cada dí un poco más.

sono seduto alla scrivania, oggi ho iniziato almeno tre post, uno è stato cancellato quasi subito, gli altri due giacciono in “bozze”.
e poi mi è venuta voglia di ascoltare alcune canzoni di Jarabe de Palo… mi sono sempre piaciuti i suoi testi.

e ora sto bevendo una birra cercando di trovare l’ispirazione per concludere almeno uno dei due post. volevo scriverlo prima della sera.

sarà per domani.

necessità. 

20 mercoledì Lug 2016

Posted by emanuele in alcool, me, notte, pensieri, vita

≈ Lascia un commento

Tag

alcool, birra, necessità, niente, notte, parole, vino

​stasera ho la necessità di scrivere, sento il bisogno di arrivare a casa, sedermi davanti alla tastiera e scrivere. 

scrivere tutte le cose che ho dentro da un po’, ho già il titolo in testa… forse le parole non proprio, ma il senso si. 

ho davvero questo bisogno, come anche di alcool. mi serve per scrivere o forse no. 

a più tardi. 

notte.

02 mercoledì Dic 2015

Posted by emanuele in birra, me, notte, parole

≈ 1 Commento

Tag

alba, birra, coldplay, me, notte, sogni, viaggiatori, yellow

una notte. 
l’orologio della cucina ticchettava i secondi, il suono rimbombava nel silenzio della notte. 

era interrotto dal vento e dai miei sospiri, che non riuscivo a prendere sonno. 

non sapevo nemmeno che ore fossero, mi rigiravo nel letto da quando mi ero messo sotto il piumone; era cominciato il freddo vero, quello che faceva ghiacciare le pozzanghere per terra e che regalava cieli azzurri e tersi come un cristallo. 

ma i cieli sopra la mia testa non erano il centro del mio pensiero. 

no, in questo momento eri di nuovo tornata tu. 

era bastata vederti la sera prima perché la fiammella riprendesse vigore, e perché riuscissi a focalizzare di nuovo i miei pensieri sui tuoi occhi e le tue spalle scoperte. 

ci eravamo incontrati per caso, avevo voglia di bermi una birra con un paio di amici di vecchissima data, roba che si torna indietro nel passato di almeno 20 anni se non di più. 

fatto sta che eravamo lì a bere e raccontarci cazzate e che succede?

la musica cambia, il proprietario conosce i miei gusti in fatto di musica e infila il disco dei Coldplay, Parachutes, nel cd e che accade?!

mi vieni in mente tu. 

sono alla seconda birra e i pensieri partono per la tangente; inizia tutta una serie di collegamenti visivi e olfattivi che manco Proust in acido avrebbe potuto immaginare – altro che madeleiene – è tutto si accentra e si concentra in una piccola luce gialla. 

arrivano agli occhi le immagini di te seduta al tavolino davanti a me. 

guardo le tue dita danzare sul calice del bicchiere di vino rosso. 

dura un attimo, ma mi pare tu sia stata con me tutta la sera. 

mi riprendo quando tiriamo fuori vecchi ricordi di scuola, o meglio dei dopo scuola a cazzeggiare giocando a D&D. 

tant’è il seme si è di nuovo svegliato, come in una primavera precoce si è messo in moto un procedimento che non so come fermare. 

usciamo dal locale che è l’una passata, il freddo è intenso e mi da una svegliata, ci fermiamo sotto casa mia a fare gli ultimi discorsi dei nottambuli, una sigaretta uno e l’altro il messaggio della buonanotte alla fidanzata che aspetta a casa, io invece gioco con le chiavi di casa in tasca: sono fredde. 

decidiamo di fare ancora due passi, abitiamo vicini adesso, ancora di più di quando frequentavamo il liceo. 

finiti i saluti e gli sbadigli torno a casa e salgo le scale senza dare un’occhiata al cellulare. 

lo faccio quando entro in casa, è calda e sa di cannella e arancia. 

nessun messaggio interessante, niente di che. 

qualche battuta ancora sul fatto che non siamo per niente invecchiati e poi spengo il telefono. 

mi faccio una doccia bollente prima di infilarmi sotto il piumone. 

spero di riuscire ad addormentarmi subito e invece il seme ha già buttato fuori i primi germogli: sono piccoli e fragili, delicati. 

dalle persiane filtra la luce della strada, c’è un neon che balla, è dell’insegna del 24 ore davanti al portone, rimango con gli occhi spalancati a guardare il soffitto come un cretino e si unisce il ticchettio dell’orologio ad aumentare il disagio di una notte d’inverno da passare da solo in un letto che, stanotte, sembra troppo grande. 

provo a tenere gli occhi chiusi fortissimo, cerco di respirare sempre più lentamente cercando di calmare i battiti cardiaci, respiro a fondo. a pieni polmoni. 

mi giro sul mio lato preferito e conto le pecore.

la testa però non sta ferma, la birra non ha ancora esaurito il suo effetto alcolico e mi tiene sul chi va là.

e intanto il seme cresce. 

a quel punto non posa più resistere e lascio che i pensieri fluiscano fuori e dentro di me. 

tanto vale pensare visto che di dormire non se ne parla. 

e così richiamo alla memoria la canzone dei Coldplay, Yellow, e poco dopo entri in scena tu. 

con delicatezza, non sei mai invadente, entri in punta di piedi e ti piazzi proprio davanti a me.

stai zitta e non dici nulla, te ne stai ferma con le mani appoggiate sul tavolo, le spalle scoperte. 

mi piace la forma delle tue spalle, della clavicola e immagino così forte il tuo profumo che mi sembra davvero di averti difronte. 

apro gli occhi e fissò i lampi del neon sul soffitto; gettano ombre morbide, gialle come la canzone che mi suona dentro. 

mi giro nel letto cercando una posizione più confortevole, che mi predisponga al sonno, ma non c’è nulla da fare, stanotte è così. 

so già che il mattino mi troverà sveglio e inquieto sul letto. 

ma intanto i minuti passano lenti, scanditi dal rumore della lancetta dell’orologio in cucina. 

lascio che i pensieri vengano sostituiti dai sogni, dalle illusioni e senza accorgermene scivolo in un sonno totalmente privo di immagini. 

un sonno che non mi da ristoro, un sonno di quelli che non servono. 

senza sogni. 

senza sapore. 

e così mi sveglio che è ancora buio; il neon continua a lampeggiare, ma senza canzone in testa non è la stessa cosa.

mi scopro e un brivido mi corre lungo il corpo, ho la gola secca e decido di alzarmi. 

il pavimento è tiepido, cammino fino in cucina a luci spente. 

apro il frigo alla ricerca di qualcosa da bere, non ho voglia di acqua ma nemmeno di alcool. 

ho del succo di frutta alla pesca e lo bevo direttamente dal cartone. 

potrebbe sembrare una scena di un film americano, dove il protagonista si alza per bere il latte dalla bottiglia nel cuore della notte. 

ma non è un film, la vita non lo è; tantomeno la mia. 

se però lo fosse vorrei Woody Allen come regista. 

un film alla Midnight in Paris. 

guardo l’orologio che fa tic tac e segna le 4:36. 

sembra passato un secolo da quando sono tornato a casa. 

e sembra che debba ancora passare un secolo per prima della sveglia. 

chiudo la porta del frigo che ha cominciato a suonare per avvisarmi che devo chiuderla. 

cala di nuovo il buio. 

ma una volta che gli occhi si sono abituati riconosco le sagome degli oggetti attorno a me. 

ora non ho voglia di tornare a letto, mi siedo per un attimo sul divano. 

guardo la TV spenta per un po’. 

l’accendo sperando in qualche film impegnato o qualche lezione di matematica avanzata.  

insomma della roba soporifera. 

faccio zapping tra pubblicità di linee hot e repliche di telefilm polizieschi. 

faccio il giro intero, da zero a 899 e niente. 

spengo e guardo il bagliore dello schermo affievolirsi. 

ho un TV un po’ vecchiotto. 

torno in camera e guardo l’impronta che ho lasciato sul materasso; qualcuno per strada sta camminando con un trolley e porta i tacchi. 

inizia il viavai timido dei viaggiatori delle prime luci dell’alba, anche se l’alba ha ancora da venire. 

apro le finestre e l’aria fredda mi investe e mi sveglia del tutto. 

la donna che camminava si è fermata giusto sotto di me, si accende una sigaretta e la fiamma dell’accendino le illumina il viso. 

aspira a pieni polmoni e poi butta fuori il fumo tirando la testa verso l’alto e i nostri occhi si incrociano. 

tenendo la sigaretta tra le labbra aspira ancora e il rosso della brace si fonde con il giallo lampeggiante. 

sorrido e lei fa lo stesso aspirando il fumo tenendo la sigaretta tra le dita della mano sinistra. 

ancora una boccata verso di me e io intanto penso a te mentre arrivano i suoni di un altro trolley. 

lei si gira, mi sorride ancora e riprende la strada verso la stazione.

rimango a guardarla sparire in fondo alla strada, nell’aria rimane il fumo che il vento porta via piano.

passa un altro viaggiatore seguito poi da un altro mentre un bagliore preannuncia l’alba che sta per giungere. 

sospiro mentre la tua immagine mi torna alla mente. 

ti vedo mentre ti allontani lungo la strada, non ti giri ma la tua camminata la riconoscerei tra mille, le tue spalle hanno una curva che nessun’altra ha. 

sparisci lentamente all’orizzonte mentre il sole sorge, giallo come la canzone dei Coldplay. 

come le tue ossa e la tua pelle chiara in questa notte che sta finendo.  

una notte in cui non ti ho veduta se non nei miei pensieri. 

una notte di sogni non fatti. 

una notte in cui avrei voluto scoprire il sapore delle tue labbra. 

← Vecchi Post

Categorie

se vuoi scrivermi!

cosementali@gmail.com

Enter your email address to follow this blog and receive notifications of new posts by email.

Cosementali

Cosementali

tempo

dicembre: 2019
L M M G V S D
« Nov    
 1
2345678
9101112131415
16171819202122
23242526272829
3031  

memorie

  • dicembre 2019 (2)
  • novembre 2019 (19)
  • ottobre 2019 (17)
  • settembre 2019 (16)
  • agosto 2019 (10)
  • luglio 2019 (11)
  • giugno 2019 (10)
  • Mag 2019 (14)
  • aprile 2019 (28)
  • marzo 2019 (6)
  • febbraio 2019 (2)
  • dicembre 2018 (1)
  • ottobre 2018 (4)
  • settembre 2018 (6)
  • agosto 2018 (1)
  • luglio 2018 (1)
  • giugno 2018 (1)
  • novembre 2017 (3)
  • settembre 2017 (1)
  • luglio 2017 (8)
  • giugno 2017 (1)
  • Mag 2017 (3)
  • aprile 2017 (6)
  • marzo 2017 (1)
  • febbraio 2017 (2)
  • dicembre 2016 (1)
  • novembre 2016 (7)
  • settembre 2016 (12)
  • agosto 2016 (5)
  • luglio 2016 (17)
  • giugno 2016 (2)
  • Mag 2016 (1)
  • aprile 2016 (2)
  • marzo 2016 (4)
  • febbraio 2016 (3)
  • dicembre 2015 (4)
  • ottobre 2015 (4)
  • settembre 2015 (2)
  • agosto 2015 (4)
  • luglio 2015 (4)
  • giugno 2015 (5)
  • Mag 2015 (1)
  • aprile 2015 (1)
  • marzo 2015 (2)
  • febbraio 2015 (3)
  • gennaio 2015 (2)
  • dicembre 2014 (7)
  • novembre 2014 (9)
  • ottobre 2014 (1)
  • settembre 2014 (2)
  • agosto 2014 (7)
  • luglio 2014 (8)
  • giugno 2014 (3)
  • Mag 2014 (2)
  • febbraio 2014 (5)
  • gennaio 2014 (4)
  • dicembre 2013 (3)
  • novembre 2013 (9)
  • ottobre 2013 (11)
  • settembre 2013 (5)
  • agosto 2013 (4)
  • luglio 2013 (7)
  • giugno 2013 (15)
  • Mag 2013 (24)
  • aprile 2013 (16)
  • marzo 2013 (8)
  • febbraio 2013 (4)
  • gennaio 2013 (14)
  • dicembre 2012 (14)
  • novembre 2012 (6)
  • ottobre 2012 (5)
  • settembre 2012 (4)
  • luglio 2012 (1)
  • giugno 2012 (6)
  • ottobre 2011 (6)
  • settembre 2011 (11)
  • agosto 2011 (8)

Create a website or blog at WordPress.com

Annulla
Privacy e cookie: Questo sito utilizza cookie. Continuando a utilizzare questo sito web, si accetta l’utilizzo dei cookie.
Per ulteriori informazioni, anche sul controllo dei cookie, leggi qui: Our Cookie Policy