Anno domini 2023.
La mia Stanza profonda inizia alla fine del 2022 con una “rimpatriata” da D&D con amici di vecchia e nuova data.
Ed è stato come scendere nella tana del bianconiglio, e si è rivelata una discesa decisamente profonda.
Ho tirato fuori le mappe di quando andavo al liceo (erano i primi anni ’90) e avevo avuto l’ardire di creare un mondo tutto mio, un posto dove potermi aggirare per mari e monti inesplorati e vivere avventure in solitaria, visitando città e scoprendo tesori nascosti che nemmeno la mia fantasia sapeva di aver creato.
Escono i vecchi dadi a cui se ne aggiungono di nuovi, matite, penne e chine, e dopo il primo gradino con la scelta della razza e della classe mi ritrovo a rotolare verso il basso seguendo la fantasia e il mio nano chierico prende forma; cerco il nome con un senso per la sua storia, Welket, salvato dalle acque, trovato da una coppia umana e lasciato alle cure dei chierici del Monastero vicino.
E poi la prima avventura, ritrovarsi in una locanda, perchè come scrive Vanni Santoni tutti iniziano da una locanda in cui si ritrovano o si incontrano per la prima volta.
E ti senti un poco arrugginito, come quando riprendi a fare esercizio fisico e non tutti i movimenti ti riescono con fluidità e scioltezza, e la fortuna coi dadi non aiuta. Ma ti diverti, cazzo se ti diverti, torni in luoghi che non hai mai visto, ma il Master ti immerge nella storia e nell’ambiente, all’inizio devi chiudere gli occhi per visualizzare le cose, poi ti viene naturale.
Come ti viene naturale fare domande, chiedere cosa vedi, cosa senti e si fanno scelte giuste e sbagliate, scelte che portano a cammini differenti. Il tempo passa e tutto sembra scorrere in maniera differente, è come essere in un altro tempo è come aver ritagliato un pezzo della realtà ed esserci infilati in una realtà alternativa, parallela in qualche modo.
Quando tiri su la testa e ritorni nel te dell’adesso il tempo riprende a scorrere, hai aggiunto qualcosa alla tua vita, hai aggiunto una nuova avventura.
Come quando leggi un libro che ti assorbe e vivi un’altra vita, quella della persona che ti ha preso per mano tra le pagine della storia che sta vivendo.
Ti senti arricchito, vedi le cose in maniera diversa, e non vedi l’ora di tornare in sessione, di fare serata ancora una volta per scendere nella stanza profonda.
Una stanza profonda che si dipana davanti ai tuoi occhi, ogni volta meravigliandoti per quello che vedi e vorresti vedere cosa si cela in quel bosco profondo al lato della strada, e poi fermarti sulla riva del ruscello a bere acqua fresca mentre guardi i pesci che guizzano sotto l’acqua fredda.
Vuoi scoprire cosa si trova alle pendici di quella montagna e poi perdere il fiato per scalare i suoi versanti ripidi e pieni di misteri, e poi vorresti parlare per ore con l’oste che ti riempie il boccale di birra fresca e amara.
Fermarti a parlare con quel gruppo di nani di montagna di ritorno da una missione e poi buttarsi a letto felice e soddisfatto, sapendo che domani ti aspetta un’altra avventura.
Questa è la mia stanza profonda, questo è il luogo dove scelgo di essere chi voglio.
La Stanza Profonda di Vanni Santoni è un luogo fisico ben definito finchè ci entri con i vestiti di tutti i giorni, che siano le scarpe da ginnastica, i jeans, una felpa e uno zainetto con i dadi dentro o con giacca e cravatta e la ventiquattrore con dentro i fogli ben ordinati, spillati tra di loro, e i dadi chiusi in un’elegante scatola di legno. E’ un luogo che però poi si allarga, si deforma e si ingrandisce andando a sovrapporsi sul mondo dell’oggi, e puoi viaggiare in luoghi mai visti senza ma muoverti dalla sedia dove ti sei seduto a inizio serata.
E’ un luogo in cui puoi essere chi vuoi con le regole che un deus ex machina ha scelto per voi, dove le regole sono accettate da tutte come un contratto firmato leggendolo per bene, dove si conoscono i rischi di un’azione sbagliata, avventata o cercata con scienza e incoscenza.
E Vanni ha la capacità di trascinare anche me in quel mondo, assieme ai protagonisti della sua storia, mi ritrovo a vivere le stesse emozioni, anno dopo anno, con un percorso simile anche se io fui più fortunato e al liceo trovai in una classe sola (la mia) ben 3 compagni appassionati e avvezzi alla discesa nella Stanza Profonda. Che in quel caso erano due, la camera da letto di un mio caro compagno, che ogni tanto mi capita di rincontrare, il cui padre era un famoso disegnatore di Topolino [un giorno ne racconterò] e la stanza di un altro compagno dove giocavamo a terra con le mappe e i dadi che rimbalzavano a terra confondendosi con le tessere di un pavimento alla genovese doc.
Vanni mi trascina in un vortice di emozioni che più volte mi hanno coinvolto cosè tanto fino a quasi far scendere una lacrima in memoria di quei tempi andati, ma che mi sono accorto essere tornati in parte quando mi siedo attorno al tavolo della casa di amici per giocare a D&D 5° Edizione, e lo ringrazi virtualmente ogni volta che giri pagina per i ricordi che ti ha fatto recuperare e quando chiudi il libro, dopo l’ultima riga letta, ti viene voglia di leggerti tutta la bibliografia che ha lasciato a fine del libro.
Ma soprattutto non vedi l’ora di scendere quel gradino e immergerti ancora una volta, ancora una per tornare tra i tuoi nuovi compagni di viaggio, per continuare l’avventura che avete iniziato assieme come estranei e, adesso, piano piano, come persone che iniziate a conoscere perchè i primi a conoscervi siete proprio voi stessi.
Perchè io credo, un pochino, che il trucco sta nel guardarsi allo specchio e vedersi nano/elfo/halfing (perchè siete della vecchia guardia, avete iniziato con quelle poche razze che c’erano e ancora adesso vi aggrappate a quei ricordi per ricostruirne di nuovi) e quando inizierai a vedere le orecchie allungate, la barba legata in trecce e quello sguardo sognante e carico di magie, allora avrai sceso ancora un gradino, quando inizierai a pensare come loro avrai fatto un’intera scalinata, di corsa, per prendere la rincorsa e gettarsi a capofitto in battaglia contro draghi, orchi e goblin.
E chissene se i dadi non ti saranno d’aiuto e tutto sembrerà andare storto, ci sarà sempre qualcuno accanto a te pronto a tirarti su, a porgerti una mano per andare avanti e così vi alzerete e sorriderete davanti al nemico di turno, uniti in una battaglia che manco gli Avengers davanti a Thanos.
Chiudo con un consiglio da dare alle giovani leve, a chi è abituato a giocare davanti a uno schermo con un controller in mano o mouse e tastiera: prendetevi il tempo di provare un Gioco di Ruolo, provate senza paura quello che trovate, che sia un nostalgico della 3.5 di D&D o di Pathfinder o ancora di Savage Worlds o 7th Seas e chi più ne ha più ne metta, e se non siete appassionati di ambientazioni fantasy buttatevi su Cyberpunk o Cthulhu o Lex Arcana o ancora Vampire The Masquerade (che è una campagna che sto facendo come Master, ed è tipo boom un viaggio assurdo e non lo dico io che la sto creando e dispiegando davanti ai poveri vampiri che mi seguono).
Prendetevi il tempo e provate, forse la prima volta non sarà facile trovare il gruppo giusto, ma vi assicuro che c’è un sacco di gente là fuori pronta ad accogliervi tra le proprie fila per ruolare per ore e ore passando serate fantastiche assieme. E se non ve la sentite di farlo vis a vis cercate online esistono diverse comunità che cercano giocatori per sessioni di GDR.
Qua trovate per esempio alcuni link interessanti https://www.luccagiovane.it/giochi-di-ruolo-e-da-tavolo-via-internet/ e poi seguite Inntale dove potrete trovare contenuti molto molto interessanti e una comunità di giocatori che cercano altri giocatori.
Lasciatevi andare, mettetevi in gioco. Sempre.
E chiudo con un ringraziamento a Vanni Santoni per il suo libro e il suo salto nel passato e a Giada e Daniel che mi hanno prestato il libro.