ci sono quelle sere che torni a casa in scooter, con un amico.
hai un po’ di birra dentro.
roba buona.
una stella, una rossa e una bianca.
che la prima è andata giù subito, senza manco accorgertene é andata giù, che era tanto che non ne bevevi una.
e poi le chiacchiere.
di foto, di arte, di cazzate.
che ogni tanto fa piacere parlare di certe cose, che si parla in libertà.
che ti dicono che sei bravo a scrivere, ma dovresti scrivere frasi più lunghe, che un libro lo dovresti scrivere; che lo fanno in tanti.
e ti fa piacere e un po’ ci gongoli in sto brodo, e intanto arriva la seconda: la rossa.
che la rossa ha sempre il suo fascino; da bere o da guardare che sia, ha il suo fascino che ti ammalia con un retrogusto amaro che sa di storie che non iniziano nemmeno.
ma questa è tutta un’altra storia.
e tornando verso casa pensi.
e ti perdi sotto una pioggia leggera leggera a guardare le strisce bianche sull’asfalto.
le guardi ipnotizzato.
non sei ubriaco. anzi. in quelle sere ti senti preciso e affilato come una lama.
i pensieri si muovono veloci, più veloci dello scooter.
e pensi alla terza birra.
una bianca artigianale, buona, che si unisce in un connubio perfetto alle sue sorelle più grandi.
e non hai più voglia di parlare, e decidi che a tornare a casa non ne hai molta voglia, che forse è meglio da andare dal tuo amico.
che domattina ti alzi presto, guardi il moto mondiale e vai a lavorare in bus, che è tanto che non lo fai.
e allora ti viene voglia di scrivere.
con le strade vuote e il cielo grigio, devi andare a lavorare con la stanchezza dentro.
ma va bene.
e allora torni a qualche ora prima.
seduto in un pub.
che fa tanto vecchia Inghilterra. e ti senti in un altro posto a parlare di foto.
che non sai a chi pensare che i pensieri sfuggono via veloci, passando da una lei a un’altra lei.
che ti piacerebbe perderti in certi occhi e in certi momenti lo fai, senza che se ne accorgano, che sei bravo a non farti vedere.
che certi occhi sono fatti per perdercisi dentro fino a non saper tornare indietro da soli.
e mentre guardi le strisce che si alternano per terra ripensi a quante ragazze conosci che sarebbero capaci di farti perdere.
e le conti.
una.
due e tre.
ci pensi un attimo.
quattro e cinque.
si.
direi che cinque è il numero giusto. il tuo numero preferito, che era anche quello sulla tua maglia quando giocavi a calcio.
che eri giovane.
che erano altri tempi.
che i pali erano quattro zaini e la traversa le mani del portiere.
una. due. tre. quattro. cinque.
non si assomigliano per niente.
e provi a capire che c’è che le accomuna.
e ti sforzi mentre la strada corre sotto le ruote dello scooter.
e le luci gialle mandano ombre strane.
e non si parla.
si segue la strada.
prima dritta e poi le curve.
le ruote assecondano l’asfalto e quasi ti culla e ti addormenteresti pure se non fosse che ogni tanto qualche buca ti sbatte forte sulla schiena.
per un attimo ti sembra quasi di essere in un altro posto, in un’altra città.
e di non sapere nemmeno che ore sono.
e allora pensi all’asfalto.
e lasci che i pensieri escano fuori.
senza fermarli.
senza chiederti dove vadano una volta che li lasci uscire.
e ci sei tu.
io.
e la strada.
asfalto
23 mercoledì Ott 2013
in
E. ha detto:
Emozioni, vita vera e poesia, un mix perfetto.
namylar ha detto:
🙂 grazie grazie 🙂
gianpiccoli ha detto:
Secondo me c’è un folletto che gongola in ogniuno di noi. Un folletto cher vede oltre e ci segna una strada, possiamo seguirla o meno, allora ci pensiamo sù, con una birre, perché aiuta a meditare… Poi seguiamo la strada sbagliata e via che tutto ricomincia a girare come vuole, ma mai come vuoi tu.
Capita.
Un affettuoso gesto di solidarietà, perché un sorriso sarebbe un po’ amaro.
Giancarlo
namylar ha detto:
grazie per il gesto di solidarietà 😉
buona giornata
tramedipensieri ha detto:
…non capisco quale tre birre sia la tua preferita….
namylar ha detto:
i miei gusti sono cambiati nell’arco degli anni… ora amo la Guinness la rossa Kilkenny ma ho un debole per le birre bianche di frumento e alcune chiare… insomma quasi tutte eheheh 🙂
tramedipensieri ha detto:
Caspisco…insomma le rosse vanno alla grande in questo periodo…
😉
ciao
buon proseguo
.marta
namylar ha detto:
🙂
buona giornata anche a te!
gattaliquirizia ha detto:
parole suggestive e avvolgenti
namylar ha detto:
grazie 🙂
nuvolajam ha detto:
certe sere, belle da vivere così
namylar ha detto:
già… ogni tanto ci vogliono…
LuceOmbrA ha detto:
Un paio d’occhi in cui perdersi da non saper tornare indietro da soli, questo mi piacerebbe molto, molto più della birra, molto più della strada, chissà…bello leggerti, un sorriso…
namylar ha detto:
grazie.. fa piacere essere letti 🙂
Pingback: asfalto | nuvolajam
Alice ha detto:
La strada è il segreto. Credo siamo in tanti, come te -come me-, che quando si mettono in strada, dopo una serata, che potrebbe essere come tante altre, si perdono in pensieri e parole. Sopratutto quando piove.
Buonanotte!
namylar ha detto:
ultimamente mi succede spesso… 🙂
buonanotte anche a te!
Bruma82 ha detto:
Complimenti : )
namylar ha detto:
grazie 🙂
lilasmile ha detto:
Bella storia, mi ci sono persa specialmente nell’evanescenza della birra!
Un sorriso per te, Lila
namylar ha detto:
grazie 🙂
lilasmile ha detto:
Ma allora? Il bere birra ti ha portato a riflettere se prenderai la scelta di scrivere un libro? ..
namylar ha detto:
ci provo… vediamo che ne viene fuori, ma di strada devo ancora farne un po’…
Romina ha detto:
Ci vuole una strada ma ci vuole una mente piena di pensieri prigionieri per scriver così. E poi ci vuole quel pizzico di follia, quella scintilla che diventa la chiave della cella e libera le parole. Ce ne sono tanti che viaggiano sulla stessa strada ma pochi che ne scrivono e ancor meno che ne scrivono per liberarsi.
namylar ha detto:
mi piace questa visione della cosa… grazie della visita e del pensiero.
Pablo ha detto:
Qualche volta mi sarebbe piaciuto accostare l’auto al bordo della strada, spegnere il motore e scomparire miracolosamente senza lasciare traccia e dolore.
Pablo
namylar ha detto:
e noi non potremmo leggerti però…